Comunicazione Paraverbale cosa è a cosa serve

Comunicazione Paraverbale cosa è a cosa serve

La comunicazione paraverbale riguarda gli aspetti sonori e vocali che accompagnano il linguaggio verbale, come il tono, il ritmo, il volume, la velocità di eloquio, le pause e l’intonazione. Non si concentra sul contenuto delle parole ma sul modo in cui le parole vengono dette. E’ spesso una forma di comunicazione trascurata che dice molto quando si trasmette un messaggio. Ma cos’è davvero la comunicazione paraverbale e come può aiutarti o ostacolarti al lavoro?

Serve a:

  1. Trasmettere emozioni: Permette di comunicare stati emotivi, come gioia, rabbia o tristezza, che potrebbero non essere esplicitati a parole.
  2. Rafforzare o modificare il messaggio verbale: Un tono entusiasta può rendere un messaggio più convincente, mentre un tono piatto può smorzarne l’impatto.
  3. Creare empatia o distanza: Il modo di parlare può influenzare la percezione che gli altri hanno di noi.
  4. Gestire l’attenzione: Cambiando ritmo o tono, si possono mantenere o recuperare l’attenzione degli interlocutori.

Quali sono le tre forme di comunicazione paraverbale?

La comunicazione paraverbale assume tre forme: tono, altezza e cadenza. Sono definite come:

  1. Tono –  è il suono e l’emozione con cui parli
  2. Altezza –  è il volume e l’altezza o la gravità con cui parli
  3. Cadenza – è la velocità con cui parli

Combinate, queste tre componenti della comunicazione paraverbale determinano il modo in cui qualcuno percepisce il messaggio che stiamo trasmettendo.

Tuttavia, tra le tre forme, l’enfasi o il peso che il messaggio ricevuto attribuisce a un messaggio è diseguale. componenti della comunicazione faccia a faccia sono per il 55% non verbali, per il 38% paraverbali e solo per il 7% verbali. Pertanto, il 93% del tuo messaggio viene ricevuto tramite il linguaggio del corpo e il modo in cui lo dici. 

Il tono della nostra voce, il ritmo con cui parliamo e il volume della nostra voce possono essere interpretati male in base al nostro stile di comunicazione. Naturalmente, ognuno ha uno stile di comunicazione diverso, che influenzerà la sua comunicazione paraverbale, che lo sappiamo o no. Ad esempio, nel nostro studio sulla comunicazione sul posto di lavoro , il 10,4% degli intervistati ha ritenuto la propria comunicazione rumorosa, iperespressiva e intensa, il che avrebbe fatto sì che la loro comunicazione paraverbale venisse percepita come intensa o aggressiva, anche se non era quello il messaggio che intendevano.

Oltre al tuo stile , la comunicazione è influenzata dalla regione o dalla cultura è può essere interpretata male per il suo tono, cadenza e volume.

 

Differenze tra comunicazione verbale, paraverbale e non verbale

  1. Comunicazione verbale:
    • Cos’è: Riguarda il contenuto del messaggio, ovvero le parole utilizzate per esprimere concetti, pensieri e idee.
    • Esempi: Una conversazione, una presentazione, un libro.
    • Scopo: Trasmettere informazioni, argomentare, spiegare.
  2. Comunicazione paraverbale:
    • Cos’è: Si focalizza sulle caratteristiche vocali che accompagnano le parole.
    • Esempi: Parlare con tono calmo o aggressivo, una pausa drammatica, velocità nel parlare.
    • Scopo: Influenzare come il messaggio viene percepito e interpretato emotivamente.
  3. Comunicazione non verbale:
    • Cos’è: Riguarda il linguaggio del corpo, ossia gesti, posture, espressioni facciali, contatto visivo, e persino l’abbigliamento o la distanza fisica tra interlocutori.
    • Esempi: Un sorriso, un gesto di approvazione, il modo in cui ci si siede.
    • Scopo: Aggiungere significato al messaggio o comunicare in assenza di parole.

Differenze principali:

Tipo Canale usato Obiettivo principale Esempi
Verbale Parole Trasmettere contenuti e informazioni Discorso, email, conversazione
Paraverbale Voce (tono, ritmo, volume) Influenzare l’interpretazione emotiva Parlare con tono enfatico
Non verbale Corpo, spazio, espressioni Comunicare atteggiamenti, emozioni, relazioni Sorriso, gesticolare, postura

Comunicazione Paraverbale Esempio pratico:

Immagina di dire la frase “Sto bene.”

  • Verbale: Le parole trasmettono il significato (sto bene).
  • Paraverbale: Se il tono è sarcastico o esitante, potrebbe suggerire il contrario.
  • Non verbale: Un’espressione facciale triste o un gesto di spalle può contraddire le parole.

Questi tre aspetti lavorano insieme per creare una comunicazione completa ed efficace. Quando uno di essi è in conflitto con gli altri (es. tono sarcastico ma parole gentili), il messaggio complessivo può risultare confuso o ambiguo.

Come diventare più consapevoli della tua comunicazione paraverbale?

Diventare più consapevoli della propria comunicazione paraverbale richiede attenzione, pratica e auto-riflessione. Ecco alcune strategie utili per migliorare:


1. Ascolta te stesso

  • Registra la tua voce: Usa uno smartphone o un registratore durante una conversazione, una presentazione o una lettura ad alta voce. Riascoltati per notare:
    • Il tono (è monotono, gentile, aggressivo?).
    • Il ritmo (parli troppo veloce o troppo lento?).
    • Il volume (troppo basso o alto?).
    • Le pause (ne fai abbastanza? Sono nei punti giusti?).
  • Nota la congruenza: Chiediti se il tuo tono e ritmo supportano il messaggio che vuoi trasmettere.

2. Impara dai feedback

  • Chiedi ad amici o colleghi: Possono dirti come percepiscono la tua comunicazione. Sei chiaro? Trasmetti fiducia?
  • Osserva le reazioni degli altri: Se noti che le persone sembrano confuse, annoiate o reagiscono emotivamente in modo inatteso, potrebbe dipendere dal tuo paraverbale.

3. Lavora sugli elementi chiave

Tono

  • Prova a variare il tono in una frase per sottolineare parti importanti. Ad esempio, enfatizza parole diverse in “Ho detto che lui arriverà domani.”

Volume

  • Adatta il volume: Parlare troppo piano può sembrare insicuro, troppo forte può intimidire.
  • Usa il volume per esprimere emozioni: più alto per entusiasmo, più basso per intimità.

Ritmo

  • Pratica il ritmo con letture ad alta voce: Cerca un ritmo fluido, evitando sia di parlare troppo velocemente sia troppo lentamente.
  • Inserisci pause strategiche per sottolineare un concetto o dare tempo all’interlocutore di riflettere.

Intonazione

  • Evita una voce piatta e monotona: gioca con l’intonazione per mantenere vivo l’interesse.
  • Ricorda che un tono che sale alla fine di una frase può sembrare incerto (es.: “Credo di essere bravo…?”), mentre un tono discendente comunica sicurezza.

4. Lavora sulle emozioni

  • Collega le emozioni al tono: Impara a riconoscere come ti senti mentre parli. Emozioni come ansia, entusiasmo o rabbia si riflettono nella voce.
  • Gestisci lo stress: Lo stress può portarti a parlare troppo velocemente, con un tono acuto o a balbettare. Pratica tecniche di rilassamento, come il respiro diaframmatico.

5. Studia gli altri

  • Osserva comunicatori efficaci: Guarda video di speaker, attori, o politici per analizzare il loro paraverbale.
  • Nota come usano pause, ritmo e tono per mantenere l’attenzione o enfatizzare concetti.

6. Partecipa a esercizi pratici

  • Teatro o public speaking: Corsi di recitazione o oratoria ti aiutano a modulare la voce e a sperimentare diversi stili di comunicazione.
  • Role-playing: Simula conversazioni o presentazioni con un amico e prova a cambiare tono, volume o ritmo.

7. Allena la congruenza

Assicurati che il tuo paraverbale supporti il messaggio verbale e non verbale:

  • Esempio positivo: Parli di qualcosa che ti entusiasma? Usa un tono energico e un ritmo vivace.
  • Esempio negativo: Evita di dire “Sto bene” con un tono piatto o esitante, che potrebbe contraddire le parole.

8. Sii consapevole del contesto

Adatta il tuo paraverbale al contesto e all’interlocutore:

  • Formale: In situazioni professionali, usa un tono calmo e un ritmo misurato.
  • Informale: In conversazioni amichevoli, puoi essere più spontaneo e variare di più.

Con l’esercizio e l’attenzione, diventerai sempre più consapevole del modo in cui usi la tua voce per comunicare efficacemente e in modo autentico

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *